La relazione tra mente e corpo è alla base di un sano equilibrio psicosomatico. 

Gli studi evidenziano un rapporto molto stretto tra espressione emotiva ed espressione somatica, in poche parole la mente esercita la sua influenza sul corpo e viceversa. La psicosomatica è una disciplina che si colloca a metà strada tra medicina e psicologia. 

Con il termine somatizzazione si intende uno spostamento nel corpo di un disagio psichico, solitamente su un organo “bersaglio” deputato, in tal modo, ad esprimere il disturbo 

In tal senso, il mal di testa, i disturbi intestinali, i problemi gastrici, ecc. possono essere l’espressione di disturbi psicologici che agiscono su specifiche parti del corpo. 

Occorre sottolineare come le carenze affettive e le frustrazioni che il bambino si trova a vivere precocemente hanno ripercussioni sullo sviluppo psichico. 

Per il bambino potersi appoggiare su una madre sufficientemente buona permette di ridurre il rischio psicosomatico in quanto le tensioni sperimentate dal bambino potranno essere riconosciute e quindi mentalizzate. 

Quando l’ambiente non si rivela adeguato e manca una madre capace di adattarsi ai bisogni del bambino, l’esperienza corporea non risulterà sufficientemente integrata e l’individuo diventerà incapace di autentiche esperienze emotive. Questo impedirà di appropriarsi psicologicamente del proprio corpo e favorirà l’instaurarsi di disturbi fisici. 

L’atteggiamento materno sembra perciò svolgere una importante funzione nella regolazione biologica e comportamentale. La difficoltà ad elaborare e regolare le emozioni diventa un possibile fattore di rischio per molti disturbi somatici o psichiatrici che hanno a che fare con problemi di regolazione affettiva. Imparare a gestire le emozioni permette di tutelare la nostra salute psichica.  

Per Winnicott il vero malato psicosomatico si caratterizza per il fatto che la sua sofferenza è l’espressione di una particolare “scissione mente-corpo“. 

Come sottolinea Gaddini, il paziente psicosomatico è una persona che implode cioè agisce nel proprio corpo le tensioni, frutto di quelle tensioni emotive che non sono state decifrate in modo adeguato. 

Sono le relazioni con le prime figure di riferimento che pongono le basi per un adeguato sviluppo mentale. L’individuo non può essere considerato una monade ma è necessario inserirlo in un contesto  più ampio dove la famiglia e le persone più significative che hanno una relazione con il soggetto sembrano svolgere un ruolo importante nello sviluppo e mantenimento della salute mentale e della malattia.