Tra le nuove forme di dipendenza patologica troviamo quella definita “dipendenza sessuale”, caratterizzata da una relazione patologica con il sesso.

Questa modalità coatta rappresenta un rifugio utilizzato per ricerca un piacere che possa alleviare lo stress, fuggendo dai sentimenti negativi o dolorosi, dalle relazioni intime che non è capace di gestire.

Il desiderio sessuale diviene il bisogno fondamentale rispetto al quale tutto il resto viene sacrificato, comprese le persone stesse. I dipendenti sessuali hanno perso il controllo sulla loro capacità di decidere e sull’abilità di scegliere; il loro comportamento sessuale è parte di un ciclo di pensieri, sentimenti ed azioni che non sono più in grado di controllare (Lambiase).

Il “piacere” del dipendente sessuale dura quanto il rituale; dopo il rapporto, egli prova sentimenti negativi di autosvalutazione rispetto ai quali il bisogno di sollievo diventa necessario. In questo modo, si stabilisce un circolo vizioso di uno stato progressivo che alla fine rende la vita del dipendente impossibile da gestire. In altri casi, essi hanno perso contatto con le loro emozioni al punto che, dopo l’atto sessuale, non provano emozioni negative ma nemmeno positive. Il piacere dell’orgasmo svanisce lasciando spazio ad un senso di vuoto emotivo, di indifferenza.

Il sesso, come altre forme di dipendenza, rappresenta un rifugio che consente alla persona di fuggire da una vita caratterizzata dal sentimento della vergogna e dalle convinzioni di base disfunzionali per accedere ad una realtà nella quale sperimenta, illusoriamente, un sentimento di connessione interpersonale, un valore personale, il controllo dei propri comportamenti, una sensazione di piacere e l’idea di una vita piena di significato (Lambiase).

La dipendenza sessuale è una patologia la cui definizione ufficiale è piuttosto generica; il disturbo compare per la prima volta nel DSM-III-R (1994) fra i Disturbi Sessuali Non Altrimenti Specificati e viene definito come “disagio collegato a modalità di conquiste sessuali ripetute o ad altre forme di dipendenza sessuale non parafilica che comportano una successione di persone che esistono solo per essere usate come oggetti”.

Nel DSM-IV viene eliminato la dizione “dipendenza sessuale” e si trova un riferimento, sempre nella categoria dei Disturbi Sessuali Non Altrimenti Specificati ad un “disagio connesso a quadro di ripetute relazioni sessuali con una successione di partner vissuti dal soggetto come cose da usare”. Carnes afferma che il dipendente sessuale sostituisce una reazione malata ad un evento o ad una sana relazione con gli altri e sottolinea dieci caratteristiche comuni condivise dai dipendenti sessuali individuate nel corso della sua esperienza ossia:

  • pattern di comportamenti fuori dal controllo: l’aumento, l’estensione e la durata dei comportamenti eccedono regolarmente quello che la persona voleva. I dipendenti sessuali sono, infatti, incapaci di regolare il proprio comportamento sessuale da soli. Essi hanno dei cicli di esperienze d’amore disastrose seguite da eccessi sessuali autodistruttivi. A volte il dipendente sessuale viene ossessionato da uno o più individui in particolare e può arrivare ad essere disperato per l’impossibilità della relazione.

  • gravi conseguenze dovute ai comportamenti sessuali: rischio di morire in seguito ai loro incidenti, alle violenze, a situazioni ad alto rischio, perdita del partner o del coniuge, problemi relazionali e coniugali, profonda angoscia riguardo all’aborto e a gravidanze non volute nelle donne, problemi economici, cali nella produttività lavorativa o perdita del lavoro, forte probabilità di contrarre malattie veneree.

  • incapacità di smettere malgrado le gravi conseguenze;

  • perenne perseguimento di comportamenti autodistruttivi e rischiosi: i dipendenti sessuali si ritrovano a fare delle cose pericolose, ignorano la realtà, la distorcono e perdono contatto con essa;

  • crescente desiderio o sforzo di controllare i comportamenti sessuali;

  • ossessione sessuale e fantasie come prime strategie di coping: la preoccupazione sessuale diviene l’analgesico del dipendente sessuale; l’ossessione e la malattia divengono le primarie strategie di coping. Conseguentemente, i comportamenti sessuali divengono il centro in cui l’energia dell’ossessione trova sfogo. Il dipendente rilascia la tensione e riduce l’ansia cercando l’acting out sessuale.

  • incremento eccessivo dell’attività sessuale: un aspetto importante è l’assuefazione. La persona si abitua ad un’attività, una sostanza e non sperimenta più il piacere che provava inizialmente. Nei dipendenti sessuali vi è un aumento di tolleranza fisica implicato nella dipendenza. La persona usa eccessivamente il sistema simpatico e la ricerca del piacere sessuale produce adrenalina ed eccitazione alle quali finisce con l’abituarsi. In seguito al notevole sforzo del sistema simpatico, quello parasimpatico deve compiere un lavoro notevole. L’orgasmo può portare un senso di sollievo e di rilassamento ma allo stesso tempo la persona può aver bisogno di una quantità sempre maggiore di orgasmi e può iniziare ad utilizzare altri modi per indurre il sonno, come droghe ed alcool;

  • gravi cambiamenti d’umore dovuti all’attività sessuale: la persona sperimenta sentimenti di profonda angoscia, disperazione e vergogna che possono durare brevi periodi o protrarsi nel tempo. Quando il dipendente sessuale non è in grado di allontanare il dolore attraverso il sesso, cade nella disperazione. La vergogna, che guida la sua vita, è la reazione ai comportamenti che non riesce a controllare che è il risultato di una serie di fattori, quali il confronto costante con le altre persone, il sentirsi superiori in quel tipo di attività. Inoltre, molti dipendenti sessuali sono bersagliati con messaggi provenienti dalla loro famiglia che integrano con la situazione in cui vivono, convincendosi definitivamente della loro anormalità. L’elemento finale per la disperazione del dipendente è l’esperienza dell’isolamento e del ritiro.

  • trascuratezza nei confronti di importanti attività sociali, lavorative e ricreative: la famiglia, gli amici, il lavoro e gli hobbies vengono sostituiti dalla ricerca del sesso. Le decisioni sono prese in base ad obiettivi sessuali e non secondo la ragione o il giudizio. Con il progresso della malattia, il dipendente si dedica solo alle relazioni che hanno un potenziale sessuale; le relazioni a lungo termine sono degli insuccessi mentre quelle a breve termine divengono la norma.

Oltre a queste caratteristiche, Carnes pone altri segni di dipendenza sessuale come:

  • Sfruttamento degli altri: molti dei comportamenti vittimizzano le persone con cui il dipendente ha dei rapporti sessuali attraverso l’intrusione o l’utilizzo della forza. Il dipendente sessuale sfrutta, infatti, la propria incapacità ad instaurare relazioni intime come arma per attirare la gente a prendersi cura di lui.

  • Non reciprocità: i comportamenti includono disuguaglianza e isolamento. Essi non danno origine a intimità, né incrementano la vicinanza emotiva.

  • Oggettificazione: molti comportamenti privano della propria umanità le persone con le quali il dipendente ha rapporti, trasformandole in oggetti. Gli oggetti sessuali sono facili da sfruttare allo scopo di vivere esperienze rischiose che aumentano lo stato di eccitazione.

L’enorme quantità di ossessioni e fantasie può condurre il dipendente quasi ad uno stato di trance, dove si anestetizza la propria vita emotiva e i loro sentimenti.

  • Insoddisfazione: i comportamenti lasciano spesso le persone nella disperazione ma, malgrado tutto ciò, ne vogliono sempre più. L’insoddisfazione proviene dalla mancanza di significato in rapporto al contatto sessuale interpersonale (Lambiase)

  • Intensificazione della vergogna: i comportamenti creano vergogna e segretezza. Con un senso di sé diminuito, i dipendenti sono meno capaci di porre degli adeguati confini

  • Fondamenta nella paura: la dipendenza sessuale affonda le proprie radici in pericoli, rischi e comportamenti che generano paura. L’eccitazione e l’attivazione sono direttamente collegati proprio ad essa.

Come le altre dipendenze, la dipendenza sessuale comporta una serie numerosa di problemi per la persona che possono essere divisi in diverse aree ossia fisici, emotivi, cognitivi, sociali (Carnes).

Tra questi troviamo una serie di disfunzioni sessuali tradizionali quali eiaculazione precoce, basso desiderio sessuale, difficoltà di erezione, eiaculazione ritardata, dolore pelvico o vaginale, anorgasmia primaria o secondaria.

Si evidenzia l’assenza di una vita emotiva. I dipendenti possono essere infantili, impazienti o continuamente in atteggiamento di richiesta.

Le conseguenze dei problemi irrisolti dell’infanzia, che tormentano i dipendenti sessuali, sono depressione spesso con ideazioni suicide, bassa autostima, vergogna, disperazione, intensa ansia, solitudine, conflitti morali ma anche fra i valori etici e i comportamenti, paura di abbandono e rimorso.

La vigilanza, la vivacità e l’acuità mentale ma anche la concentrazione vengono danneggiate. L’intrusione di pensieri e di fantasie non volute può impedire alla persona di lavorare o di concentrarsi su una normale occupazione. Inoltre, i dipendenti sessuali hanno un modo di pensare paranoico con manie di persecuzione.

Infine, a livello sociale, le interazioni con la famiglia, gli amici, i conoscenti e il mondo del lavoro sono tutte problematiche. I dipendenti sessuali sottraggono tempo, attenzione e soldi alle loro famiglie e li condividono con le loro conoscenze relative al mondo della dipendenza.

Gli studi hanno evidenziato che quasi il 40 % dei dipendenti sessuali sperimenta gravi problemi matrimoniali che danno poi origine ad una bassa autostima per entrambi i partner, oltre a fornire una notevole quantità di stress. Alcuni di essi arrivano ad essere apertamente distruttivi nei riguardi della propria famiglia in quanto possono comportarsi come tiranni, picchiare il coniuge o i figli o abusare sessualmente di loro.

Sono persone estremamente sole che possono mantenere l’apparenza di avere degli amici ma in realtà sono solo conoscenze oppure sono estremamente sociali poiché socializzare rappresenta un’ottima opportunità per ricercare il sesso (Liotti).