Il D.O.C. o “Disturbo ossessivo compulsivo di personalità” consiste in un quadro clinico caratterizzato da eccessive manifestazioni di controllo, perfezionismo e ordine. Il soggetto si perde in dettagli minuziosi, in regole e schemi (contare i passi,controllare il gas, lavare le mani ecc.) perdendo di vista il fine prestabilito. Queste persone, spesso, hanno scarse relazioni sociali e amicali, non trovano il tempo per lo svago perché lo dedicano tutto al lavoro e alla produttività.

Proprio per queste caratteristiche appare come un disturbo fortemente pervasivo e radicato rigidamente nella organizzazione di personalità.

L’individuo non riconosce di essere disturbato oppure si limita a percepire un disagio che tuttavia è incapace di simbolizzare, infatti, è proprio per questo motivo che viene inviato in terapia da altri. Durante il colloquio frequentemente la persona narra eventi minuziosi che deviano dalle tematiche centrali. I meccanismi difensivi messi in atto (la formazione reattiva, l’isolamento, l’intellettualizzazione ecc.) servono per far fronte alle pulsioni sessuali e aggressive che devono essere contenute e controllate.

Le pulsioni non accettate suscitano un senso di vergogna, di insicurezza e di instabilità. Appare quindi necessario il ricorso alle ripetizioni eccessive di gesti e di parole, l’osservazione analitica dei particolari, l’attenzione all’ordine e la ritualità nella ricerca di punti fermi.

Nel disturbo ossessivo compulsivo è opportuno valutare il livello di compromissione delle aree di funzionalità generali della persona, dell’esame di realtà e del funzionamento dell’Io.

La clinica ha evidenziato la centralità del “rituale” in questo disturbo. Soprattutto è importante indagare che cosa si teme possa accadere se non viene attuato quel determinato rituale, e quindi capire da quale pericolo il soggetto si sta difendendo. Importante è esplorare il vissuto e le tematiche connesse al controllo degli impulsi.

 

Quali possibili terapie sono efficaci per questi disturbi?

Se il soggetto non si trova a un livello grave si può utilizzare una terapia espressiva ad orientamento psicodinamico mentre se il disturbo risulta essere molto pervasivo la terapia più utile sarà quella supportiva, questa consentirà di non abbattere le difese, di supportare l’Io per abbassare le quote di angoscia. Successivamente si potrà indagare meglio gli aspetti conflittuali che sottendono i sintomi per poter risolvere i suoi problemi.

La terapia di gruppo potrebbe essere sconsigliata in quanto il soggetto si mostra pedante, pignolo e questo potrebbe ostacolare il lavoro gruppale mentre la psicoterapia psicodinamica individuale è quella più indicata a favorire una possibile elaborazione.

Trovare la strada giusta da percorrere sarà l’obiettivo da raggiungere dopo aver richiesto una consulenza psicologica.