Da dove origina la dipendenza patologica?

Per comprendere le dipendenze dobbiamo focalizzare l’attenzione sullo sviluppo del bambino poiché colui che diventerà, in età adulta, dipendente non ha sperimentato una sana ed adeguata dipendenza dalle figure di attaccamento (caregiver).

Quando il bambino non viene soddisfatto in questo suo bisogno potrà mettere in atto, in modo inconsapevole, strategie per poter tollerare il dolore generato da una mancata sintonia con il caregiver. Se, invece, il bambino può dipendere da una figura di attaccamento adeguata diventerà un adulto indipendente, senza sviluppare futuri disturbi e costruendo le basi per un corretto sviluppo mentale. Qualora il caregiver non riuscisse a sintonizzarsi con il vissuto del bambino si creano le basi per sviluppare un disturbo quando sarà adulto.

La trascuratezza, la violenza assistita, la violenza fisica, gli abusi emotivi sono alcuni dei tanti episodi critici che creano dei traumi a cui il bambino deve proteggersi. Quando i traumi non vengono elaborati il vissuto emotivo assume una valenza molto forte impedendo l’integrazione del ricordo. Spesso i soggetti traumatizzati non hanno una buona capacità riflessiva a causa della forte attivazione emotiva che non permette di collegare le esperienze vissute in modo funzionale. Si è visto che la capacità di modulare le emozioni e i loro stati di attivazione, attraverso i processi di “regolazione affettiva“, svolge un ruolo fondamentale nelle attività interne ed interpersonali dell’individuo.

Esiste una forte correlazione tra l’evento traumatico, l’alessitimia e lo stato dissociativo.

Attraverso la dissociazione, che è un meccanismo involontario, la persona tenta di difendersi dall’esperienza traumatica che ha vissuto, in modo da non sentire l’emozione intollerabile, e quindi di proteggersi dal dolore. Questo meccanismo di difesa con il tempo agisce in modo automatico di fronte ad ogni stimolo stressante.

La dissociazione consiste in un fallimento del normale processo di integrazione della esperienza che organizza i vari aspetti della personalità.

Come già menzionato, questo meccanismo determina una interruzione improvvisa delle normali capacità riflessive e di mentalizzazione.

La dipendenza patologica consiste in una vulnerabilità narcisistica che si collega alla mancanza di una rappresentazione mentale della figura materna a cui poter ricorrere ogni volta che il Sé si sente minacciato da intense sensazioni ed emozioni, come per esempio la rabbia, la delusione, la gelosia, l’impotenza, la vergogna e così via. Attraverso la dipendenza la persona ha l’illusione di placare la sua disforia, la sua sofferenza, l’ansia o altri stati emotivi.

Con il termine dipendenza patologica ci riferiamo all’uso distorto di una sostanza, di un oggetto o di un comportamento ossia una specifica esperienza caratterizzata da un bisogno coatto di essere reiterata con modalità compulsive. Essa viene descritta come una condizione invasiva dove sono presenti i fenomeni del craving, dell’assuefazione e dell’astinenza in relazione ad un’abitudine incontrollabile che il soggetto non può allontanare da sé.

Oltre alle dipendenze principali come le droghe e l’alcool, vi è un altro gruppo di dipendenze legate ad oggetti o comportamenti presenti nella vita quotidiana che comprendono la dipendenza da cibo, sesso, Internet e videogiochi, shopping convulsivo, lavoro eccessivo. Nelle nuove forme di dipendenza, come nella rete, si ha un vero e proprio trionfo narcisistico in cui sono abolite le frustrazioni e l’altro perde ogni reale esistenza come altro da sé. Il cibo, le droghe, Internet, il sesso o gioco d’azzardo sono quindi visti come oggetti o comportamenti che possono alleviare lo stress psichico e svolgere una funzione materna che il soggetto non è in grado di fornire a se stesso. Il soggetto nega il bisogno di dipendere a favore di una dimensione di autosufficienza che favorisce fenomeni di dipendenza patologica; quest’ultima non può essere pensata ma solo vissuta ed eliminata dalla coscienza mediante il meccanismo della negazione.

Nelle dipendenze, le problematiche inerenti alla separazione e al distacco rappresentano un punto cruciale nell’esperienza della dipendenza e sono causa di un alternarsi di condizioni di profonda preoccupazione e tendenze e comportamenti regressivi. Il vissuto di perdita e la possibilità di trovarsi soli rappresentano una minaccia per il corretto funzionamento dell’Io.

Oltre ai traumi con la t minuscola (trascuratezza, violenza assistita, violenza fisica, abusi emotivi ecc.) abbiamo anche traumi con la T maiuscola, in rapporto ad eventi di maggiore gravità e di situazioni estreme che implicano una minaccia per la vita o per l’integrità fisica, che possono coinvolgere sia il singolo o la sua comunità e che potrebbero determinare in chiunque delle conseguenze traumatiche, temporanee o permanenti. Spesso emergono dopo un trauma singolo e vengono menzionati con il termine di Disturbo Post-traumatico da stress (PTSD).

Dopo una catastrofe, un incidente, le persone colpite reagiscono rimanendo molto turbate dal ricordo dell’evento tanto da continuare a perseguitarle. Dobbiamo considerare il sintomo come il primo alleato del terapeuta e del paziente perché permette di concettualizzare meglio il problema portato dal soggetto. La ricerca ha dimostrato l’efficacia della tecnica di intervento EMDR nel risolvere, in tempi brevi, il trauma vissuto dalla persona.

I risultati hanno evidenziato che i pazienti con PTSD hanno una riduzione dell’8% del volume dell’ippocampo destro e hanno, in generale, una peggiore memoria dichiarativa. A tal proposito si è visto che dopo un trattamento terapeutico con l’EMDR il volume dell’ippocampo appare aumentato, inoltre si disattiva l’area emotiva implicata nel ricordo dell’evento.

La vulnerabilità di base di un individuo può predisporre allo sviluppo di dipendenze qualora ci siano fattori scatenanti di stress. Il compito di ogni buona psicoterapia è quello di favorire un cambiamento dell’attaccamento che viene reiterato nel tempo, in modo da renderlo più funzionale grazie al percorso psicoterapeutico avviato.